Monti Fraili
14/03/2016

Si racconta che il diavolo abbandonò Monti di la Cruzi per recarsi su questo monte. Pare che il suo nome derivi dal fatto che ci fossero dei “fraili” (nella parlata locale, questo termine indica delle fucine, ossia i laboratori del fabbro) dove si coniavano monete false utilizzate per pagare le imposte.
Fu il diavolo che sul “Monti Fraili” protesse i falsari che vi ebbero la fucina nel 1639.
Vennero squadroni di soldati del re per catturare i falsari e distruggere quei laboratori, ma essi non trovarono mai niente.
È storicamente vero che ad Aggius gli abitanti erano ribelli e comporre le inimicizie familiari non fu facile. Venne perfino un celebre missionario, Frà Gavino Achea di Ozieri, ma a nulla valsero le sue prediche.
Nell’agosto del 1766 il viceré S.M. Carlo Emanuele pensò di ridurre in cenere il villaggio e di dividere gli abitanti fra le diverse popolazioni fuori dalla Gallura.
Ecco il testo originale che il Conte Mariano, governatore di Sassari nel 1802 proponeva a suo fratello Carlo Felice:

“Contro i perfidi pastori di Aggius perché si
usi il massimo rigore, senza remissione.
Quella sciagurata gente è ormai arrivata
al colmo dell’iniquità.
Esauriti tutti i mezzi, rimane quello di
ridurre in cenere quel villaggio, dividendosi
gli abitanti in tante popolazioni fuori dalla Gallura”.

Questa lettera datata 12 luglio 1802 si trova nei R. Archivi di Stato.
Le scene di sangue sono state frequenti ad Aggius anche in tempi vicini.

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